Adeguamento antisismico. Proprio in questi giorni pieni di rimorsi in Italia la parola che si sente continuamente nominare è “Adeguamento antisismico”. Amatrice come molte altre cittadine sono state colpite da un terremoto di magnitudo 6.0 che ha portato via con se molte abitazioni, edifici e soprattutto vite umane.
Purtroppo nell’ ambito degli appalti pubblici (molto spesso) si sa poco di come vengano assegnati e di come vengano eseguite le opere di restauro, risanamento e messa in sicurezza degli edifici. Il problema che vogliamo affrontare è l’ adeguamento antisismico delle abitazioni private.
Spesso, ancora oggi, s’ interviene su edifici con murature parzialmente in pietra ( a cui tutti danno la colpa di non resistere ) ed è ovvio che si va incontro a dei tipi d’ intervento più complicati che nelle strutture in c.a. L’ assenza di cordoli, travature, pilastri e molto spesso platee, rendono complicato e più dispendioso adeguare un edificio a situazioni di sisma.
Come fare ? Non esiste una risposta universale a questa domanda ma si può comunque costruire un sunto sulla quale partire. La problematica principale è l’ assenza di legature nelle strutture ( come cordoli o travi ) quindi, in assenza di ciò bisognerebbe cominciare col creare dei solai attraverso innesti di ferri nelle murature portanti che rendano la struttura unita. Come secondo punto si può intervenire sulla copertura della struttura, posando il tetto su una cordolatura adeguata che impedisca ulteriormente alla struttura di aprirsi. Infine ci sono altri interventi come la creazione di colonne o la posa di strutture in ferro, rinforzo degli squarci utilizzando architravi e molti altri ancora.
“Adeguamento antisismico”, chissà se un domani sarà possibile dimenticarlo e darlo come una frase di tempi che furono…